la resistenza delle donne

La Resistenza delle donne

Il 25 aprile non è una ricorrenza né un giorno di memoria, ma uno di lotta contro le logiche del dominio, della sopraffazione, della supremazia del più forte sul più debole, del controllo. Il fascismo non è morto a piazzale Loreto, è concreto e si manifesta nella violenza dell’esercizio del potere.
A 63 anni da quei giorni, ahinoi, ci troviamo in balia di fascisti di palazzo, galoppini spietati e razzisti dichiarati che ogni giorno scelgono e prendono decisioni che, in primissima istanza, riguarderanno la nostra vita quotidiana.
Rivendichiamo il diritto al reddito garantito, a un lavoro dignitoso, ad una casa; pretendiamo di vivere senza angosce, di urlare le nostre esigenze, i nostri bisogni, i nostri pensieri, senza essere censurati, denunciati e processati.
Noi dobbiamo e possiamo sognare e reclamare un mondo migliore. La volontà di lottare per questo è ciò che ci guida, e se questa è sovversione siamo tutt@ sovversivi: credere di poter cambiare lo status quo è il primo passo verso la liberazione!

Nella società odierna le donne vivono sotto un doppio strato di censure, proibizionismo e controllo.
La liberazione della donna non riguarda esclusivamente la liberazione dai propri bisogni, ma anche un affrancamento da secoli di imposizioni culturali e sociali che ne hanno fatto uno strumento riproduttivo e/o un oggetto sessuale.
La famiglia è l’arma fondamentale di lesione dei nostri diritti e del nostro immaginario, non di rado una tortura, spesso strumento di morte.
Nei luoghi di lavoro ricopriamo esclusivamente incarichi base, e tendenzialmente i salari femminili sono inferiori a quelli maschili. Per non parlare poi di una segregazione professionale di genere che ancora oggi esiste.
Il lavoro precario, privo di diritti, è la massima forma di sfruttamento della classe lavoratrice, e non è una coincidenza che le impiegate per eccellenza dei call center siano proprio le donne!!!
Tanto più un lavoro è precario, instabile e tendenzialmente senza vincoli di orario, tanto più saranno le donne a esercitarlo, e questo perché la società odierna è strutturata perché siamo proprio noi a provvedere a tutti i compiti di cura, sollecitudine e riguardo della famiglia. Il welfare state italiano non ha mai previsto investimenti significativi in asili nido, scuole per l’infanzia o luoghi di sostegno per gli anziani. E’ sempre stata la donna a svolgere il doppio lavoro: uno domestico non retribuito e l’altro esterno alle mura domestiche mal retribuito.

Il 25 aprile ripartiamo da noi stesse, dai nostri piaceri e desideri, lottiamo per liberarci da tutti gli stereotipi che Chiese, religioni e Stati ci hanno imposto.

LIBERAZIONE dalla famiglia canonica, patriarcale ed eterosessuale;
LIBERAZIONE dalla maternità come vincolo e obiettivo;
LIBERAZIONE dal sistema economico-politico maschile.Partecipiamo direttamente alla vita politica, imponiamo le nostre volontà e i nostri bisogni a chi pensa di poter decidere per e su di noi.

RIAPPROPRIAMOCI di noi stesse, dei nostri corpi, delle nostre esigenze e dei nostri desideri.
Questa è la base della nostra RESISTENZA
Questo è nel 2008 il cammino verso la LIBERAZIONE.
VIVERE LIBERAMENTE NOI STESSE, LA NOSTRA AUTODETERMINAZIONE.

COLLETTIVO MALEFIMMINE
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