CONTRO GLI SGOMBERI DEI CENTRI SOCIALI

Zetalab non si tocca                                                  zetalab

Oggi, mercoledì 22 aprile, è stata comunicata al Laboratorio Zeta una inginuzione di sgombero.Lo IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) proprietario dell’immobile, nel 2002, mentre era in corso una vertenza da parte del Laboratorio Zeta (poi interrotta dallo stesso Istituto), emana un bando per l’assegnazione dei locali. Il bando viene vinto da tale Associazione Aspasia che, venendo a conoscenza dello stato di occupazione di via Boito 7, denuncia alla magistratura lo IACP. Pochi giorni fa è arrivato un provvedimento di condanna dello IACP, e l’ ingiunzione di sgombero. Le operazioni si sono conclusa con la presa d’atto dell’impossibilità a procedere. Lo IACP si è impegnato a convocare un tavolo con tutte le parti coinvolte. Lo sgombero è stato rinviato al 22 giugno.A partire da tale atto il civico di via Boito 7 è sotto sfratto.Quella di Zeta è una storia collettiva, che sta dentro i percorsi di democrazia partecipata e di difesa dei diritti sociali che hanno segnato la nostra città negli ultimi dieci anni.La storia del Laboratorio Zeta è la storia di quanti in questi anni hanno condiviso, sostenuto e accompagnato questo percorso politico, per un tratto breve o lungo, per una sera o per anni interi contribuendo alla sua trasformazione.Dal 20 marzo 2001, quello che era uno stabile abbandonato è stato trasformato in uno spazio pubblico, divenendo laboratorio di sperimentazione culturale e di partecipazione sociale e politica in prima linea nelle lotte per il diritto alla casa, la difesa dei beni comuni, i diritti dei migranti, la denuncia del sistema di potere affaristico-politico-mafioso che governa la città.In questi 8 anni abbiamo prodotto e ospitato laboratori e spettacoli teatrali, presentazioni di libri e di video, concerti, rassegne cinematografiche, seminari, dibattiti, mostre fotografiche e pittoriche, corsi di informatica, corsi di italiano per stranieri, ecc… E’ attiva una biblioteca con più di 2000 volumi.Dal marzo 2003 ha preso vita un’esperienza di cogestione abitativa. Questa esperienza nasce dall’incontro con un gruppo di richiedenti asilo sudanesi, insieme ai quali è stato intrapreso un percorso di rivendicazione dei diritti dei migranti.Lo Zeta è così diventato un punto di riferimento, stabile o di passaggio, per centinaia di migranti di ogni nazionalità che hanno collaborato alla trasformazione e alla gestione degli spazi, sperimentando una forma di accoglienza lontana da logiche paternalistiche ed assistenziali. In quest’ottica nel 2006 abbiamo lanciato una campagna di solidarietà, che grazie ad una sottoscrizione popolare, ha consentito l’autorecupero e la ristrutturazione degli spazi abitativi (bagni, lavanderia, cucina).Nell’assenza totale di politiche di accoglienza da parte dell’Amministrazione, lo Zeta è l’unico spazio di accoglienza laico della città, ruolo ipocritamente legittimato dalle stesse istituzioni che, pur non riconoscendolo ufficialmente, lo hanno inserito nell’elenco dei servizi agli immigrati presenti sul territorio.Gli attacchi susseguitisi nell’ultimo anno ad esponenti del movimento e al comitato di lotta per la casa sono segnali che vanno nella stessa direzione, quella del tentativo di azzeramento dei conflitti sociali e della normalizzazione di una città che è tutt’altro che normale.Sono tutte questioni non tecnico-giuridiche, ma politiche e sociali.Ciò che è in gioco non è la destinazione d’uso di un posto, ma la quota di democrazia di una città.

Zetalab non si tocca

Laboratorio Zeta

– Palermo – 21/4/2009       

  Il Laboratorio Zeta è anche la nostra storia  Tutti noi al suo interno abbiamo presentato i nostri libri, proiettato i nostri video, abbiamo organizzato dibattiti e vi abbiamo assistito; tutti noi abbiamo partecipato a incontri, cene, concerti, seminari; abbiamo provato i nostri spettacoli e suonato la nostra musica; abbiamo fatto crescere la biblioteca di quartiere.Abbiamo soprattutto sperimentato e sviluppato forme reali di partecipazione politica e socialità non mediata. Tutti noi abbiamo vissuto il Laboratorio Zeta.Lo abbiamo attraversato ed ha attraversato le nostre vite.  Con lo Zetalab abbiamo contribuito alle battaglie per la libertà ed i diritti degli esclusi, promuovendo centinaia di iniziative che nel tempo hanno coinvolto migliaia di persone in difesa del diritto alla casa, alla libera circolazione delle persone, al rispetto dei beni comuni.In otto anni di storia lo Zeta ha restituito uno spazio pubblico nel quale la dimensione locale e le dinamiche globali sono state raccontate ed intrecciate in un unico vissuto. La presenza dello Zeta in città ci ha permesso di vivere meglio una Palermo in cui la cultura, gli spazi di socialità e scambio sono sempre più ristetti e relegati alla sfera del privato. La cogestione degli spazi con la comunità sudanese, la scuola di italiano per stranieri, hanno rappresentato un modo diverso di vivere le trasformazioni del nostro territorio, nella prospettiva della valorizzazione delle differenze e della lotta alle disuguaglianze.Il Laboratorio Zeta è un’altra idea di Palermo, di Italia e di Mediterraneo;è un luogo da cui continuare a muoversi per interpretare il nostro presente e per inventarci il nostro futuro.Lo Zeta è anche la nostra storia. E deve continuare ad esserla.    

  Per sottoscrivere l’appello e inviare comunicati: laboratoriozeta@yahoo.itOppure su: 

http://www.kom-pa.net/index.php?option=com_content&task=view&id=389&Itemid=1

25 APRILE GIORNATA DI LOTTA!

SENZA MEMORIA NESSUN FUTURO
 
Dai più considerata come ricorrenza e negli ultimi giorni per giunta beffeggiata dai politici italiani, il 25 aprile rappresenta in realtà una giornata ricca di significato soprattutto alla luce delle novità giuridico-istituzionali che sono state introdotte negli ultimi mesi.
E’ il simbolo della sconfitta del nazifascismo in Europa, della fine del regime mussoliniano in Italia, rappresenta cioè una data importante per tutt* i cittadin* che sotto le bombe hanno perso la vita, ma lo è di più per coloro che hanno resistito e che dalle barricate hanno lanciato un No al fascismo, al razzismo, alla censura e al regime; un grido forte che riecheggia ancora oggi non soltanto nelle menti di chi ha vissuto quelle giornate più o meno direttamente, ma soprattutto nelle azioni e reazioni di chi ancora oggi, memore di un passato nero, decide di alzarsi a gran voce contro chi vuole cancellare la storia del nostro passato a forza di decreti legge, revisionismo storico e controllo dell’informazione.
 
L’approvazione negli ultimi mesi del pacchetto sicurezza si iscrive nella volontaria riconfigurazione in senso razzista-repressivo dello Stato e delle sue leggi.
Il pacchetto “insicurezza” infatti dimostra in ognuno dei suoi articoli la logica e la cultura che lo hanno ispirato. Attraverso la creazione di un vero e proprio clima di terrore (clima creato soprattutto attraverso l’uso distorto e distorsivo dei mezzi di comunicazione di massa) attorno alla figura del diverso, dell’immigrato, dello straniero, si è fatta passare una legge razzista e discriminatoria  che arriva ad ipotizzare la possibilità di denuncia da parte dei medici di propri pazienti, l’impossibilità di registrare i bambini figli di “irregolari”, l’espulsione coatta dal paese di chi qui è venuto soltanto alla ricerca di un posto di lavoro, di una casa, di un luogo dove non morire sotto mine antiuomo (molte delle quali costruite proprio dall’industria bellica italiana).
RAZZISMO
 
Ma il pacchetto prevede anche il rispetto per il “decoro urbano”, un decoro che certamente è minato non già dai licenziamenti, cassa integrazioni, precarietà e abbassamento del livello di vita e delle possibilità economiche, ma da chi la crisi economica in atto non ha contribuito a creare e che pertanto sente l’esigenza di manifestare il proprio disappunto, i propri bisogni. Una rabbia cioè normale per chi non arriva a fine mese e vive in una condizione di perenne precarietà lavorativa ed esistenziale!
Esigenze che lo Stato decide di non ascoltare, esigenze a cui lo  Stato risponde a suon di manganellate, ordinanze antisciopero, e negli ultimi giorni anche con colpi di pistola delle forze dell’ordine.
REPRESSIONE
 
Ma gli oscuri potenti vogliono anche istituire le ronde, gruppi di liberi cittadini o associazioni che hanno il compito di “segnalare” alle forze dell’ordine chi commette atti non “decorosi” o di disturbo alla quiete urbana. Tentano cioè di legalizzare le azioni di quanti in questi anni hanno covato odio e razzismo sfociati poi in violenze, aggressioni, omicidi; stanno offrendo una copertura legale a chi dalla Costituzione dello Stato non è nemmeno riconosciuto, i (neo)fascisti , cancellando con un solo decreto 64 anni di storia e resistenze.
E fanno tutto ciò servendosi di un decreto antistupro che di certo non attenuerà per nulla la percentuale degli stupri e delle violenze sulle donne.
La violenza sulle donne è MASCHILE e non etnica, e avviene per il 70% tra le mura familiari.
E in risposta a questa realtà hanno tagliato i fondi ai centri antiviolenza e continuano a ridurre i posti di lavoro, ricacciando le donne all’interno delle proprie “abitazioni – celle”, inchiodate a svolgere compiti di cura e assistenza  nel triste silenzio di chi viene costretto  a vivere alle spalle di qualcuno!
Le donne sanno cosa vogliono e non si sottometteranno a nessun ordine decoroso che le vede solo subalterne!
CONTROLLO E FASCISMO
 
Per tutto questo il 25 aprile è per noi una giornata di lotta:
–         contro la precarietà e una crisi che non abbiamo creato e che non vogliamo pagare;
–         contro uno Stato oppressivo che risponde alle nostre esigenze con repressione, controllo, ordine, cancellando i nostri pensieri e i nostri diritti giorno dopo giorno;
–         contro le ronde e il pacchetto sicurezza;
 
Per l’autodeterminazione delle donne, dei popoli!
Per il diritto ad un’esistenza senza ricatto, liberi da logiche clientelari e mafiose.
 
NESSUN CONTROLLO SUI NOSTRI CORPI, NESSUN CONTROLLO SULLE NOSTRE VITE, NESSUN CONTROLLO SULLE NOSTRE MENTI!
ORA E SEMPRE ANTIFASCISTI/E
25 APRILE PER LA LIBERTA’ E LA RESISTENZA!
25 APRILE PER LA LIBERAZIONE!
 
CORTEO ORE 18.00 PIAZZA MASSIMO
LABORATORIO ANTIFASCISTA PALERMITANO
 
Per info: labantifapa@gmail.com 
 
 
no repressione – contro il pacchetto sicurezza – no ronde – no revisionismo storico!

Dal 2005 al 2008 si sono verificate almeno 329 aggressioni
fasciste e 161 atti vandalici/danneggiamenti inneggianti al nazifascismo.

Dal 2005 sono almeno 5 i tentati omicidi, ovvero aggressioni in cui neofascisti tentano
di colpire organi vitali e i feriti versano in gravi condizioni.
Il 27 agosto 2006 viene ucciso a Focene (Roma) Renato Biagetti, accoltellato da due
giovani simpatizzanti di estrema destra.
Nicola Tommasoli, muore a Verona il 5 maggio 2008,
aggredito e picchiato da 5 neofascisti per futili motivi, perché portava i capelli lunghi.
Davide Cesare colpito da 13 coltellate inferte da un neofascista, muore la notte tra il 16 e il 17 marzo 2003.
99 attacchi a sedi di centri sociali/sedi militanti/ sedi di partiti/sindacati/ANPI
123 aggressioni a compagni, militanti, antifascisti, frequentatori di centri sociali
107 altre aggressioni (immigrati, omosessuali, testimoni di geova, giornalisti,
ragazzi)
161 atti vandalici nazifascisti/danneggiamenti/scritte e minacce personali.
 
 

PER UN 25 APRILE DI LOTTA!

25 APRILE GIORNATA DI LOTTA

SENZA MEMORIA NESSUN FUTURO

Dai più considerata come ricorrenza e negli ultimi giorni per giunta beffeggiata dai politici italiani, il 25 aprile rappresenta in realtà una giornata ricca di significato soprattutto alla luce delle novità giuridico-istituzionali che sono state introdotte negli ultimi mesi.

E’ il simbolo della sconfitta del nazifascismo in Europa, della fine del regime mussoliniano in Italia, rappresenta cioè una data importante per tutt* i cittadin* che sotto le bombe hanno perso la vita, ma lo è di più per coloro che hanno resistito e che dalle barricate hanno lanciato un No al fascismo, al razzismo, alla censura e al regime; un grido forte che riecheggia ancora oggi non soltanto nelle menti di chi ha vissuto quelle giornate più o meno direttamente, ma soprattutto nelle azioni e reazioni di chi ancora oggi, memore di un passato nero, decide di alzarsi a gran voce contro chi vuole cancellare la storia del nostro passato a forza di decreti legge, revisionismo storico e controllo dell’informazione.

 

L’approvazione negli ultimi mesi del pacchetto sicurezza si iscrive nella volontaria riconfigurazione in senso razzista-repressivo dello Stato e delle sue leggi.

Il pacchetto “insicurezza” infatti dimostra in ognuno dei suoi articoli la logica e la cultura che lo hanno ispirato. Attraverso la creazione di un vero e proprio clima di terrore (clima creato soprattutto attraverso l’uso distorto e distorsivo dei mezzi di comunicazione di massa) attorno alla figura del diverso, dell’immigrato, dello straniero, si è fatta passare una legge razzista e discriminatoria  che arriva ad ipotizzare la possibilità di denuncia da parte dei medici di propri pazienti, l’impossibilità di registrare i bambini figli di “irregolari”, l’espulsione coatta dal paese di chi qui è venuto soltanto alla ricerca di un posto di lavoro, di una casa, di un luogo dove non morire sotto mine antiuomo (molte delle quali costruite proprio dall’industria bellica italiana).

RAZZISMO

 Ma il pacchetto prevede anche il rispetto per il “decoro urbano”, un decoro che certamente è minato non già dai licenziamenti, cassa integrazioni, precarietà e abbassamento del livello di vita e delle possibilità economiche, ma da chi la crisi economica in atto non ha contribuito a creare e che pertanto sente l’esigenza di manifestare il proprio disappunto, i propri bisogni. Una rabbia cioè normale per chi non arriva a fine mese e vive in una condizione di perenne precarietà lavorativa ed esistenziale!

Esigenze che lo Stato decide di non ascoltare, esigenze a cui lo  Stato risponde a suon di manganellate, ordinanze antisciopero, e negli ultimi giorni anche con colpi di pistola delle forze dell’ordine.

REPRESSIONE

 Ma gli oscuri potenti vogliono anche istituire le ronde, gruppi di liberi cittadini o associazioni che hanno il compito di “segnalare” alle forze dell’ordine chi commette atti non “decorosi” o di disturbo alla quiete urbana. Tentano cioè di legalizzare le azioni di quanti in questi anni hanno covato odio e razzismo sfociati poi in violenze, aggressioni, omicidi; stanno offrendo una copertura legale a chi dalla Costituzione dello Stato non è nemmeno riconosciuto, i (neo)fascisti , cancellando con un solo decreto 64 anni di storia e resistenze.

E fanno tutto ciò servendosi di un decreto antistupro che di certo non attenuerà per nulla la percentuale degli stupri e delle violenze sulle donne.

La violenza sulle donne è MASCHILE e non etnica, e avviene per il 70% tra le mura familiari.

E in risposta a questa realtà hanno tagliato i fondi ai centri antiviolenza e continuano a ridurre i posti di lavoro, ricacciando le donne all’interno delle proprie “abitazioni – celle”, inchiodate a svolgere compiti di cura e assistenza  nel triste silenzio di chi viene costretto  a vivere alle spalle di qualcuno!

Le donne sanno cosa vogliono e non si sottometteranno a nessun ordine decoroso che le vede solo subalterne!

CONTROLLO E FASCISMO

 

Per tutto questo il 25 aprile è per noi una giornata di lotta:

         contro la precarietà e una crisi che non abbiamo creato e che non vogliamo pagare;

         contro uno Stato oppressivo che risponde alle nostre esigenze con repressione, controllo, ordine, cancellando i nostri pensieri e i nostri diritti giorno dopo giorno;

         contro le ronde e il pacchetto sicurezza;

 Per l’autodeterminazione delle donne, dei popoli!Per il diritto ad un’esistenza senza ricatto, liberi da logiche clientelari e mafiose. 

NESSUN CONTROLLO SUI NOSTRI CORPI, NESSUN CONTROLLO SULLE NOSTRE VITE, NESSUN CONTROLLO SULLE NOSTRE MENTI!

ORA E SEMPRE ANTIFASCISTI/E

25 APRILE PER LA LIBERTA’ E LA RESISTENZA!

25 APRILE PER LA LIBERAZIONE!

 

CORTEO ORE 18.00 PIAZZA MASSIMO

LABORATORIO ANTIFASCISTA PALERMITANO

 

Adesioni:….

Per info: labantifapa@gmail.com; e il blog di cui non so l’indirizzo

   

no repressione – contro il pacchetto sicurezza – no ronde – no revisionismo storico!

Dal 2005 al 2008 si sono verificate almeno 329 aggressioni
fasciste e 161 atti vandalici/danneggiamenti inneggianti al nazifascismo.

Dal 2005 sono almeno 5 i tentati omicidi, ovvero aggressioni in cui neofascisti tentano
di colpire organi vitali e i feriti versano in gravi condizioni.
Il 27 agosto 2006 viene ucciso a Focene (Roma) Renato Biagetti, accoltellato da due
giovani simpatizzanti di estrema destra.
Nicola Tommasoli, muore a Verona il 5 maggio 2008,
aggredito e picchiato da 5 neofascisti per futili motivi, perché portava i capelli lunghi.
Davide Cesare colpito da 13 coltellate inferte da un neofascista, muore la notte tra il 16 e il 17 marzo 2003.
99 attacchi a sedi di centri sociali/sedi militanti/ sedi di partiti/sindacati/ANPI
123 aggressioni a compagni, militanti, antifascisti, frequentatori di centri sociali
107 altre aggressioni (immigrati, omosessuali, testimoni di geova, giornalisti,
ragazzi)
161 atti vandalici nazifascisti/danneggiamenti/scritte e minacce personali.

   

ENNESIMA AGGRESSIONE FASCISTA A PALERMO

                                              attenzione fascismo

 

La sera del 16.04.09  intorno alle 23.30, durante un’affissione per propagandare le iniziative e la mobilitazione contro il G8 di Siracusa, un gruppo di compagn* di scuole e università veniva aggredito da un gruppo di trenta ragazzi di Azione Universitaria, dell’associazione studentesca AREA 734, e di altri gruppi di destra cittadina.Il fatto avveniva davanti l’ingresso della facoltà di Giurisprudenza dove si stava svolgendo la manifestazione  "Palermo IN-visibile". Si tratta di un progetto finanziato dall’Università degli Studi di Palermo ai sensi della legge 429/85. La realizzazione era curata appunto dall’associazione studentesca AREA734 di giurisprudenza e Azione Universitaria.

Il bilancio della serata tre compagni contusi e punti in testa, per ferite causate da colpi di cinghie e di tondini di metallo, che i giovani rampolli di destra custodivano all’interno della facoltà!

Ci chiediamo come sia possibile che venga data in gestione una facoltà pubblica per  una serata di finanziamento a organizzazioni che non per la prima volta si sono macchiati di tali spregevoli azioni.

Poi paradossalmente ci domandiamo se non sia il caso che docenti e preside della facoltà di giurisprudenza non diano una ripassata al Diritto Costituzionale: lo Stato italiano nasce con la stesura della Costituzione, che vieta espressamente la ricostituzione sotto qualsiasi forma del partito fascista! Non è forse quantomeno preoccupante che venga data a questi l’opportunità di usufruire degli spazi e dei fondi pubblici per finanziarsi?

Condanniamo ogni azione e aggressione fascista e razzista!

Perché le Università e le scuole siano luoghi di libera circolazione di saperi e pensieri, oggi più che mai contro il revisionismo storico, lanciamo un’assemblea antifascista per venerdì 17 aprile ore 16.00 presso la facoltà di scienze politiche di Palermo.

Riappropriamoci dei nostri spazi e della nostra libertà di movimento!

 

Laboratorio Antifascista Palermitano

                            antifa

OBIETTIAMO GLI OBIETTORI

La notte di venerdì 20 marzo, Lucia dopo aver avuto un rapporto con il suo compagno, a causa della rottura del preservativo decide di dirigersi verso la guardia medica del distretto di pertinenza ( quello di Via Massimo d’Azeglio) per richiedere la prescrizione della pillola del giorno dopo. Giunta sul luogo circa alle 3.00 – 3.30 del mattino, bussa per farsi aprire. Al citofono risponde una dottoressa che non le apre, insiste perché Lucia le comunichi le ragioni per cui ha bisogno di parlare con lei al citofono, in mezzo alla strada,e poi sentito che richiedeva la prescrizione della pillola del giorno dopo, non apre la porta e infastidita le dice che per prescriverle il farmaco ha bisogno degli esami del sangue della ragazza. Lucia ovviamente insiste sull’urgenza della situazione ma la dottoressa, sempre attraverso il citofono, chiude la conversazione dicendo di tornare con gli esami lì la mattina successiva alle 10.00: :"…la dottoressa al citofono mi ha chiesto quando era avvenuto il rapporto e ha tentato di convincermi che prenderla prima o dopo non cambiava assolutamente nulla, che le probabilità di riuscita erano le stesse…quindi ha fatto disinformazione sostenendo che prenderla immediatamente o dopo uno-due giorni non avrebbe cambiato nulla, soltanto per lavarsene le mani e lasciar risolvere la questione a qualcun altro!"

Lucia il giorno dopo torna alla guardia medica dove incontra un’altra dottoressa che le fa la prescrizione e le dice che la dottoressa del giorno prima è solita rinviare ai turni di altri colleghi la prescrizione della pillola del giorno dopo perché obiettrice!

RICORDIAMO CHE LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO NON E’ UN FARMACO ABORTIVO, MA UN FARMACO D’EMERGENZA E VA ASSUNTO AL MASSIMO ENTRO LE 72 DAL RAPPORTO!

PERTANTO NON SOLO LA DOTTORESSA ERA OBBLIGATA DALLA LEGGE ALLA PRESCRIZIONE ( NON POTEVA INFATTI APPELLARSI ALL’OBIEZIONE DI COSCIENZA!), MA AVREBBE DOVUTO FARLO IMMEDIATAMENTE, TRATTANDOSI PER L’APPUNTO DI UN FARMACO D’EMERGENZA!!!

Chiediamo che sia individuata la dottoressa in questione e non le venga più dato modo di nuocere alla salute dei/delle pazienti!

  

In ogni caso ci chiediamo ancora una volta come sia possibile che in uno Stato che per legge deve garantire la salute di tutt* i/le cittadin* possa mettere di guardia, in una struttura sanitaria, un medico obiettore, un medico cioè che non può prendersi  cura di tutti i suoi/le sue pazienti. Oltretutto si legittima la possibilità per questi medici di decidere di chi prendersi cura e chi invece denigrare.

Sappiamo tutt* , tra l’altro, come l’obiezione sia esclusivamente un fenomeno politico e non legato nella stragrande maggioranza dei casi a particolari credenze o spirito di fede: sappiamo infatti di medici antiabortisti presso gli ospedali, ma praticanti aborti nei propri studi privati!!!!!

La situazione in città e in Italia si fa sempre più irrespirabile, e i servizi sanitari scarseggiano ogni giorno di più. Tagliano i fondi agli ospedali e diminuiscono il personale. I consultori non ricevono più finanziamenti, così come i centri antiviolenza. Molte farmacie non vendono la pillola del giorno dopo, alcune cominciano a non vendere nemmeno i preservativi!L’ingresso nel mondo del lavoro ospedaliero è sempre più controllato dalle lobbies politiche: ecco perché in Sicilia negli ultimi anni il numero degli obiettori arriva anche a sfiorare l’80%.

Diciamo basta a tutto questo.

Chiediamo a tutt* di partecipare a questo monitoraggio delle strutture sanitarie, informandoci di casi di boicottaggio, disinformazione e inadempimento e obiezione di coscienza inesistente!

Nessun controllo su di noi, sui nostri corpi, sulle nostre scelte!

Riprendiamo in mano le nostre vite e lottiamo per quello che ci spetta!

Libere di agire capaci di reagire!

Per info:malefimmine@gmail.com


 campagna obiettiamo gli obiettori

 

CONTRO IL RAZZISMO, CONTRO IL FASCISMO PRESIDIO

 

Lunedì mattina la zona compresa tra il campo Rom, Stadio e Piazza G. Paolo II (ex P.zza A. De Gasperi), è stata tappezzata da manifesti razzisti, firmati da Forza Nuova e da altre sigle, nei confronti dei Rom del campo nomadi della Favorita e degli immigrati in genere.
Il contenuto offende la nostra sensibilità di persone, cittadini ed educatori.
Di fronte a questa esplosione di manifesta intolleranza non possiamo rimanere a guardare in silenzio.
La nostra scuola, che accoglie da 15 anni i bambini Rom e di nazionalità non italiana, intende dare una risposta di accoglienza, serenità, umanità al tentativo di diffondere paura, terrore e conseguente avversione nei confronti della comunità Rom e di tutti gli immigrati.

VENERDI’ 3 APRILE ALLE ORE 18 INCONTRIAMOCI TUTTI NELLO SPAZIO VERDE ATTREZZATO DI VIALE DEL FANTE, TRA LO STADIO DELLE PALME E IL CAMPO ROM, PER UN SIT-IN DI PROTESTA CONTRO QUESTO TENTATIVO DI DISUMANIZZAZIONE DELLA SOCIETA’ E PER LA DIFESA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UOMO.
VI INVITIAMO A DIVULGARE L’INIZIATIVA E A PARTECIPARE NUMEROSI, COINVOLGENDO SCUOLE,STUDENTI,FAMIGLIE,CITTADINI

no razzismo, no fascismo, no sessismo

 no pacchetto sicurezza

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2009/04/02/napoli-presidio-per-kante.-siamo-tutte-clandestine

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI

 

COMUNICATO STAMPA E INDIZIONE PRESIDIO

 

Kante è una rifugiata politica della Costa D’Avorio.

Kante è una donna che ha scelto di partorire all’Ospedale

Fatebenefratelli di Napoli, in un paese, l’Italia, in cui emergono

forme di discriminazione sempre più gravi e preoccupanti.

 

Kante è stata denunciata alla polizia con un fax dal Fatebenefratelli

e il figlio neonato le è stato sottratto per quasi dieci giorni!  In

attesa "di una verifica sulla sua identità"…

Il permesso di soggiorno di Kante infatti è scaduto, mentre è in atto

il suo ricorso per ottenere l’asilo politico.

 

Ma non è questo il punto in questione: la denuncia di Kante nasce

dalla vergognosa ansia di applicare le norme contenute nel cosiddetto

"pacchetto sicurezza", come quella che annulla il divieto di

segnalazione per i migranti irregolari che vanno a curarsi o, come nel

suo caso, a partorire. Un provvedimento che fà a pezzi le regole base

del giuramento di Ippocrate e della convivenza civile.

 

Un’iniziativa illegale, quella del Fatebenefratelli, perchè il

pacchetto sicurezza non è ancora legge dello Stato e quindi vige

sempre il divieto di segnalazione. Ma anche un’iniziativa che dimostra

la barbarie che ci aspetta se venisse approvato. In questo caso non

solo per gli immigrati irregolari ci sarà il rischio di segnalazione

ed espulsione per il solo fatto di ricorrere a cure mediche, ma sarà

impossibile anche la registrazione anagrafica del bambino, con

un’incredibile condanna preventiva alla clandestinità amministrativa

per le nuove generazioni.

 

Non è un caso che questa prima applicazione illegittima del pacchetto

sicurezza avvenga proprio sul corpo di una donna,  le più esposte e

ricattabili anche all’interno della difficile condizione dei migranti

e dei rifugiati in Italia.

 

Dobbiamo mobilitarci subito, per pretendere provvedimenti immediati

contro i responsabili di quest’assurda iniziativa e per chiedere con

forza che il "pacchetto sicurezza" non sia approvato. Diritti e

dignità per tutte e tutti!

 

Giovedì 2 aprile ore 16.30

Presidio sotto l’Ospedale Fatebenefratelli

(via Manzoni, a 500 mt dalla funicolare di Mergellina)

no razzismo

http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/cronaca/immigrati-4/napoli-1apr/napoli-1apr.html

 

Una strana idea di sicurezza

palestina

Lo scorso 30 Marzo, un normale Lunedì cittadino, il Collettivo Universitario

20 Luglio di Scienze Politiche ha promosso un volantinaggio informativo in

occasione della giornata nazionale del boicottaggio dei prodotti israeliani,

atto di protesta contro l’economia di uno stato che da anni

promuove azioni di guerra nei territori palestinesi. L’iniziativa si

proponeva di coinvolgere i cittadini ad un atto responsabile di consumo

critico, invitando i consumatori a non comprare alcuni prodotti ed inviare alle

aziende lettere di protesta, chiedendo l’immediata e definitiva cessazione di

ogni atto di guerra nei territori occupati. I promotori si aspettavano di

dover trascorrere un pomeriggio nel faticoso tentativo di attirare l’attenzione

dei cittadini sulle tematiche del boicottaggio, sfruttando l’occasione per

discutere con i passanti della spinosa questione palestinese.

La cittadinanza ha risposto con un inatteso interesse, ma un altrettanto

inatteso interesse è stato rivolto dalle forze dell’ordine. Il volantinaggio è

stato seguito, per tutto il tragitto dalla facoltà di Scienze Politiche alla

stazione centrale, dagli agenti della Digos; all’interno dei locali della

stazione centrale gli attivisti sono stati fermati ed identificati e giunti

davanti all’ipermercato Auchan, dove era previsto un momento informativo, sono

stati accolti da un folto presidio delle forze dell’ordine,ben assortito tra

polizia, carabinieri, vigili urbani e Digos. Gli attivisti, straniti da una

presenza così significativa di forze dell’ordine, soprattutto se comparato al

loro esiguo numero, si sono sentiti rispondere che, con le nuove norme, ogni

volantinaggio va preventivamente comunicato e autorizzato, altrimenti si

rincorre nel rischio di essere denunciati.

Il reato?Manifestazione non autorizzata. Che solerte attenzione, verrebbe da

pensare, che presente attivismo dello Stato! C’è da dormire tranquilli in un

territorio così tutelato!Eppure, gli stessi straniti attivisti filo-palestinesi

hanno appreso che proprio quel giorno, lo stesso normale lunedì cittadino, i

militanti delle organizzazioni di destra cittadina, hanno ricoperto i muri del

campo rom di manifesti razzisti e xenofobi.

Anche questi manifesti erano rivolti ai cittadini ma li invitavano, con un

grosso segnale di pericolo, a temere i rom, accusandoli di furto, aggressioni e

stupri.

Che strana idea di sicurezza!

Che strana gestione dell’ordine pubblico!

Che bizzarra città, la nostra, in cui un esiguo gruppo di pericolosi

attivisti dovrebbe essere denunciato per non aver autorizzato il loro

volantinaggio di eversivo consumo critico e tanti manifesti xenofobi incitanti

all’odio razziale, nello stesso giorno, possono essere affissi senza che

nessuno se ne accorga.

Proprio una strana idea di sicurezza!!

  

Collettivo 20 Luglio (Palermo)