8 marzo 2011:ancora in Piazza a Palermo!!!! 0re 17.00 Piazza Politeama

L’OTTO NON SOLO A MARZO!

Siamo un collettivo femminista e lesbico autorganizzato,  nato otto anni fa nella facoltà di lettere e filosofia. Quando ci siamo riunite la prima volta sapevamo che qualsiasi cosa fosse nata tra quelle mura sarebbe partita dalle impressioni, immaginari, idee, opinioni di ognuna di noi in merito alla società e rispetto a come questa si relazionava con la differenza di genere: è proprio sulla base delle contraddizioni e delle imposizioni che più intimamente viviamo sui nostri corpi che elaboriamo un’analisi concreta della società e dei ruoli che questa ci obbliga a rivestire.

Nel corso degli anni siamo uscite dall’università, abbiamo partecipato ai movimenti di lotta per la casa, ai movimenti studenteschi, di lavoratori/trici , migranti, antirazzisti, anticapitalisti, antisessisti e per il riconoscimento di diritti civili e politici della comunità lgbtqi: abbiamo deciso dunque di essere parte integrante di ogni sussulto di rivendicazione e autodeterminazione!

Ecco perché per noi l’otto marzo non è una festa, ma una giornata di lotta ed ecco perché abbiamo deciso di fare un elenco di ciò che viviamo in quanto donne e di ciò che rivendichiamo.

Noi l’8 marzo lottiamo: per il volantino 8 marzo 2011

–          Contro uno  Stato in cui con la maschera della legalità si consumano i peggiori crimini contro l’umanità!

Siamo accanto a tutt* i/le migranti. Crediamo che l’8 marzo sia un giorno per stare in piazza per e con le vittime della tratta che vivono e muoiono nelle nostre strade, e per coloro che vengono umiliate, stuprate, massacrate dentro i CIE. Siamo con tutte quelle donne che prive di qualsiasi diritto e contratto continuano a curare anzian* e bambin* e a pulire per pochi euro le abitazioni.

L’8 marzo è la giornata di tutte le donne a prescindere da religione, etnia, luogo e data di nascita. L’8 marzo è una giornata di mobilitazione internazionalista perché la discriminazione di genere non ha confini!

Per ogni donna lesa, stuprata, offesa siamo tutte parte lesa!

–          contro la strumentalizzazione o la banalizzazione della violenza di genere.

“Spesso si crede che la violenza sulle donne riguardi mogli e madri di famiglie “ignoranti”,che non possa riguardare noi o le nostre coetanee, o a chi a noi stia più vicina…invece certe ragazze camminano a testa bassa per non cadere nell’insensato stimolo di salutare conoscenti….
Ci rattrista sentire gente che crede che tutti gli omicidi dettati da possessione  e dall’idea che un uomo si senta in diritto di opprimere una donna sia nel corpo che nello spirito,non siano crimini sessisti e che non abbiano a che fare con il maschilismo radicato in tutti noi,uomini e donne, ma che semplicemente siano un dilagare di pazzie sociali.
Se non le vedete per strada con l’occhio nero,non vuol dire che non le abbiano tirato i capelli ,dato calci,trascinate,strattonate,che non le abbiano sputato in faccia;
Se non le vedete per strada piangere non vuol dire che non le sia stato impedito di salutare,di studiare ,di aprirsi e confidarsi,di andare in palestra;
se non conoscete alcuna donna vittima di violenza non vuol dire che non esistano o che abbiate gli occhi per vederle,loro non possono parlare,non possono uscire sole e se escono in compagnia neanche le vedete,sono fantasmi svuotate da qualsiasi forza ,tranne quella che permette loro di sopravvivere”.

Noi pretendiamo lo stanziamento dei fondi per i centri antiviolenza. La violenza maschile sulle donne sia essa psicologica, economica, fisica, sessuale colpisce una donna su tre!

Noi abbiamo il diritto e pretendiamo di uscire dal silenzio!

–          contro la precarietà esistenziale e lavorativa e contro e i tagli sui luoghi di lavoro.

Viviamo in un periodo di crisi strutturale del sistema capitalista, e a farne le spese siamo noi lavoratori e lavoratrici.

Le donne sono i soggetti che più direttamente subiscono i contraccolpi della contrazione economica. Da sempre percepiamo salari a parità di prestazioni più esigui, e oggi subiamo maggiormente l’espulsione dal mercato del lavoro. Conseguenza ne è il ritorno forzato delle donne tra le mura domestiche, rinvigorendo la divisione in ruoli tipica della famiglia etero sessista e patriarcale. In questo modo viene fatto passare come “corretto” e “naturale” non solo un modello di organizzazione sociale ma anche un modello culturale opprimente  che non tiene assolutamente in considerazione la nostra indipendenza, autonomia, libertà di scelta.

–          Ci opponiamo alla divisione tra donne per bene e donne per male. Siamo accanto alle lavoratrici del sesso e insieme a loro rivendichiamo diritti!

Tentiamo di costruire ogni giorno una società diversa. Combattendo per dei miseri stipendi a fine mese lottiamo soprattutto per conquistare un nostro spazio in questo mondo creato sino ad ora solo a misura di uomo. La nostra lotta parte dalle nostre case, spesso teatro di violenze e sopraffazioni, attraversa le strade e i luoghi di lavoro. Desideriamo relazioni tra partner orizzontali e non determinate da nessuno stereotipo comportamentale.

–          Lottiamo – ancora! – per una sessualità libera e consapevole!

Ci battiamo contro un’idea di sessualità basata su stereotipi di comportamento che prendono avvio solo dalla cultura machista sino ad oggi predominante nella società.

Non riconosciamo alcun modello né di virilità né di femminilità. Pensiamo che ognun* debba realizzare il proprio piacere nelle relazioni con gli/le altr* in modo libero.

Siamo per la liberazione dei e dai generi!

–          Lottiamo – ancora! – per avere il diritto ad essere curate, per una sanità laica e a misura delle nostre esigenze. Difendiamo i consultori che subiscono oggi attacchi feroci da parte di una gestione criminale della sanità pubblica. Purtroppo in Italia le elezioni sono sempre motivo di compromesso ed è sempre sui diritti delle donne che tali compromessi vengono siglati. Il sostegno della Chiesa cattolica e delle sue organizzazioni sembrano essere tanto fondamentali che ad ogni elezione e ad ogni campagna elettorale i primi diritti ad essere negati sono i  nostri! Ci riferiamo ad es. alle proposte di Cota in Piemonte e/o alla riforma Tarzia nella regione Lazio, o al riconoscimento dei  diritti civili che in questo paese – ancora!- tardano ad arrivare!

A questo sistema politico economico e culturale gridiamo BASTA!

Siamo per l’autodeterminazione!

Il nostro 8 marzo è alla luce della R/esistenza, dell’antisessismo, antirazzismo, antifascismo, anticapitalismo!

Le nostre bandiere e i nostri ombrelli rossi coloreranno ancora le piazze!

Il nostro 8 marzo è all’insegna della libertà di scelta!

Libere di agire capaci di reagire!

Collettivo Malefimmine malefimmine@gmail.comwww.malefimmine.noblogs.org