25 novembre giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne

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UNA DONNA SU TRE NEL MONDO
SUBISCE O HA SUBITO VIOLENZA NEL CORSO DELLA SUA VITA!
Il 70% DI QUESTE VIOLENZE AVVIENE TRA LE MURA DOMESTICHE!!!


Nonostante questi dati, i governi continuano ad ignorare la realtà e a
strumentalizzare la violenza maschile sulle donne per approvare leggi razziste,
xenofobe, e lesive dei diritti dei/delle cittadini/e, come il pacchetto
sicurezza! Così facendo le istituzioni non soltanto deviano la discussione e
l’attenzione dell’opinione pubblica su temi altri che non riguardano, né
risolvono il problema, ma soprattutto perpetuano un atteggiamento
discriminatorio per le donne, e in questo senso commettono una violenza di
eguale entità, di chi ci uccide, ci stupra, ci costringe a vestire dei ruoli
che non abbiamo scelto, limitando le nostre libertà.
In altri paesi del mondo, e in effetti anche in Europa, e ovunque si siano
sviluppati movimenti di donne e dibattiti sul fenomeno, da anni ormai si parla
di femminicidio.
Per femminicidio si intende qualsiasi violenza sulle donne in quanto donne, e
per questo essa non dipende né dal passaporto, né dalla religione, né dalla
situazione economica, ma è una violenza esercitata sulle donne dagli uomini,
dalla cultura dominante (che è maschile), dalla società, da istituzioni e
legislazioni che sono frutto della cultura patriarcale! Trattasi della costante
situazione di discriminazione a cui le donne sono sottoposte dalle famiglie ai luoghi
di lavoro, dalle concrete azioni quotidiane alle limitazioni poste alla nostra
libertà di scelta.
Slogan quali l’”utero è mio e lo gestisco io”, oggi guardati con un ghigno o
considerati retrogradi, esprimono in poche parole concetti chiave della vita
delle donne: in Italia qualsiasi dibattito politico, partitico o istituzionale
sui diritti delle donne, passa automaticamente attraverso la normazione dei
nostri corpi e la violazione della nostra sessualità; sul controllo dei nostri
desideri e delle nostre scelte; sul mantenimento di un “decoro” imposto sulla
nostra pelle da secoli di cultura maschile, una cultura che vede le donne solo
come mogli e/o oggetti sessuali che DEVONO DARE all’uomo, e la cui sessualità è
vista come complementare a quella maschile ( concezione da cui deriva
l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia)!
Siamo stanche di vedere i nostri diritti calpestati e i nostri sogni spegnersi
dentro le mura di casa, spesso insieme alla nostra dignità. Noi non abbiamo
scelto, tocca a noi adesso decidere!
Repressivo e violento è imporci un modello familiare etero patriarcale,
un’istituzione cioè per noi totalizzante e totalitaria, una prassi, inoltre,
che equivale a quel 70% di violenze di cui si è detto prima.
Repressivo e violento è far credere che la nostra sicurezza passa per un
rinvigorimento delle forze dell’ordine, non soltanto perché maggiore controllo
è sempre uguale a maggiore violazione della nostra dignità, ma soprattutto
perché sono proprio loro a garantire la conservazione di questo sistema, e non
di rado, a non riconoscere la violenza e a rinviare a casa chi si rivolge loro
a denunciare il convivente, il padre, il fratello, lo zio, il marito, ecc…
Repressivo e violento è per noi donne, vedere oggi legittimate tutte quelle
ideologie fasciste e razziste che ci vedono come madri della patria,
conservatrici di una razza pura che ci fa paura!
A questo continuo crescendo di leggi, decreti e politiche repressive, si
aggiunge una politica indirizzata alla riduzione dell’informazione e dei servizi
per le donne dovuta al pericoloso crescendo di medici obiettori in ospedali,
farmacie e consultori. Per questo rilanciamo la campagna OBIETTIAMO GLI
OBIETTORI (www.ogo.noblogs.org), e la raccolta di informazioni e dati sulla
presenza degli obiettori e sui disservizi che ne conseguono.

Collettivo
Malefimmine
simbolo malefimmine

Per info: malefimmine@gmail.com – www.malefimmine.noblos.org –
www.myspace.com/malefimmine

in prossimità del 25 novembre

 

 

In prossimità della giornata mondiale contro la violenza
sulle donne, vorremmo portare alla luce un esempio di violenza che passa inosservata
ai più.

Riferiamo infatti della perenne presenza sui muri d’ingresso
degli ospedali di scritte offensive per le donne, quasi sempre, per di più,
siglate da croci celtiche o simboli politici che richiamano chiaramente al
fascismo!

Gli ospedali, e gli avamposti sanitari in genere, sono
strutture pubbliche aperte a tutt*, che hanno il compito, sancito per legge, di
recare ausilio e giovamento agli/alle utenti, e ci chiediamo onestamente come
sia possibile che da anni sui muri dei più grossi centri ospedalieri della
città vi siano scritte come: “donne assassine”, “aborto legalizzato, assassinio
di stato” e similari.

Riteniamo la presenza di tali scritte lesive della nostra
dignità, della nostra capacità di scelta, delle nostre sofferenze.

Per questo abbiamo deciso in prossimità del 25 novembre di
iniziare un’opera di pulizia dei muri della città in generale, degli ospedali
in particolare.

Non possiamo più accettare alcuna violenza sulle donne sia
essa domestica, sia essa compiuta da estranei, sia sia essa di Stato in ogni
sua forma:psicologica, fisica, economica,ecc…

L’appuntamento è sabato 14 novembre davanti l’ingresso
dell’ospedale Civico alle ore 12.30.

Con questa giornata cerchiamo di riprenderci i nostri spazi
di vita e di rivendicare uno Stato più laico, con servizi e strutture a misura
anche di donna, in cui la sessualità femminile non sia vissuta come un tabù
peccaminoso, ma come espressione della nostra differenza di genere.

Per questo lanciamo in città anche la campagna “obiettiamo
gli obiettori”, puntando la nostra attenzione sui diritti spesso negati, come
quello di vivere una sessualità libera e consapevole, iniziando una capillare campagna
d’informazione, a partire dalle scuole, sull’utilizzo degli anticoncezionali e
sulle malattie sessualmente trasmissibili.

Collettivo Malefimmine

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