Contro la violenza maschile sulle donne

UNITE, INDECOROSE E LIBERE CONTRO LA VILENZA MASCHILE SULLE DONNE 

1 donna su tre nel mondo subisce violenza o ha subito violenza nel corso della sua vita!

Significa che almeno una tra le tue 3 più care amiche ha subito o subisce violenza!

Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate. Il sommerso è elevatissimo e raggiunge circa il 96% delle violenze da un non partner e il 93% di quelle da partner. Anche nel casodegli stupri la quasi totalità non è denunciata (91,6%). È consistente la quota di donne che non parlacon nessuno delle violenze subite (33,9% per quelle subite dal partner e 24% per quelle da nonpartner).

Dunque la violenza maschile sulle donne è un fenomeno noto. Dai dati istat 2006 ( una parte dei quali sono sopra riportati ) si evince che ognuno di noi  conosce o sa di qualcuno che esercita violenza e/o di qualcuna  su cui è stata esercitata. 

Nonostante la frequenza e l’evidenza di questa cruda realtà  i governi che si succedono, i provvedimenti che vengono adottati e gli articoli dei giornali che riportano questi avvenimenti, troppo spesso utilizzano questo quotidiano fenomeno in modo strumentale.Il pacchetto sicurezza è stato pubblicizzato come metodo per porre limite agli stupri e ai femminicidi, ma altro non è che una legge razziale vera e propria. Soprattutto tenendo conto del fatto che il 70% delle violenze avviene tra le mura domestiche. L’attuale ministra delle pari opportunità rilascia interviste sostenendo che le famiglie sono l’unico luogo sicuro per le donne e che la violenza può essere combattuta soltanto sostenendo la formazione della  famiglia canonica, di fatto eludendo che  la stragrande maggioranza delle violenze sessuali, fisiche, economiche e psicologiche vengono esercitate dal partner, dal padre, dal fratello, dallo zio… 

In Italia cioè succede che esponenti politici e governi continuano a trattare la violenza maschile sulle donne come un problema di ordine pubblico che può essere risolto solo attraverso una maggiore presenza di forze dell’ordine per le strade, un maggiore controllo sulle vite di tutt* noi, attraverso la promozione di un modello  famiglia antico e stereotipato che non soltanto non esiste più , ma che si è anche dimostrato il più violento sistema di controllo delle volontà e dei desideri delle donne.

 Negli ultimi  giorni in tutte le città sono nati movimenti di protesta contro le riforme dell’istruzione proposte dal governo. Movimenti dal basso e spontanei nati contro un’idea  di Stato che utilizza  i soldi di tutt* per finanziare guerre, per salvaguardare  politici corrotti e politiche criminali, per  salvare un sistema in crisi. Assistiamo a continui tagli allo stato sociale per perpetuare un sistema economico di disuguaglianze e subordinazione. Un sistema, quello liberista, la cui crisi non abbiamo di certo creato noi e che di certo è geneticamente portato al crack perché istituito su accaparramento delle risorse, su sprechi e sulla non redistribuzione delle risorse. Il governo a tutto questo risponde con  tagli all’istruzione e alla sanità, per ciò che concerne l’aspetto economico, e ancor peggio propone una ristrutturazione in senso conservativo e totalitario della società

.La legge 133 e 137, il ddl Carfagna sono due facce della stessa medaglia.Rappresentano un disegno politico chiaro e deciso.Il governo propone un rewind: la scuola deve solo insegnar a far di conto ed educare secondo precetti vaticani, non deve essere laica né rispettare le culture di tutt*. E’ una scuola razzista e autoritaria. Vengono stabiliti comportamenti e atteggiamenti che “devono” essere disciplinati e racchiusi in un ordine stabilito dall’alto, al fine di assopire le coscienze e disarmare la capacità critica. In una parola si definisce la  CONDOTTA che i/le cittadin* devono osservare. Le donne delle riforme Gelmini vengono lese in quanto lavoratrici (considerato l’alto numero di donne che lavorano nel campo dell’istruzione ), in quanto lavoratrici-madri data la diminuzione dell’orario scolastico

Il richiamo al DECORO PUBBLICO è un modo implicito di legiferare sui comportamenti che le donne DEVONO tenere, è un modo di definire i ruoli che le donne DEVONO ricoprire, un modo di ORDINARE le donne in un contesto svuotato da libertà di scelta, volontà e desideri. Carfagna e Gelmini tentano di ancorare le donne al solo compito di madre e moglie. Le costringono dentro casa, tra le mura silenziose e omertose di violenze nascoste e sogni repressi.

Decoro e condotta.

 Gelmini e Carfagna.

Controllo dei corpi e controllo delle coscienze.In una parola fascismo. 

Abbiamo lottato e continuiamo a lottare contro la stigmatizzazione di ruoli che non sentiamo nostri, perché la nostra differenza di genere sia riconosciuta dalla società tutta non come un modo comodo per proteggerci, imbavagliarci, considerarci soggetti deboli, ma come base di libertà di scelta, libertà sessuale, libertà di vivere secondo i nostri bisogni  e decisioni. 

Ribadiamo:

          ai giornalisti che con le loro parole spesso si rendono complici della violenza maschile sulle donne: non si uccide per troppo amore! Non si insegue per gelosia! Non si stupra per raptus di follia! Nessun abbigliamento, atteggiamento o condizione femminile è provocante né giustifica una violenza o una molestia!

          Che la violenza non conosce confini né è influenzata dall’appartenenza ad una particolare classe sociale o religione.  

Pretendiamo :

           che il comune continui a destinare fondi ai centri antiviolenza come le Onde onlus, strutture che oggi versano in gravi problemi finanziari a  causa dei tagli allo stato sociale.

     che la regione eroghi fondi per i consultori, uniche strutture sanitarie costruite grazie alle lotte delle donne  e per le donne.

          Che date le molteplici forme di violenza a cui le donne sono soggette si cominci nelle scuole, nelle università, nelle strade una discussione su di esse per imparare a riconoscerle in ogni gesto quotidiano e incosciente, dunque  per riuscire a sconfiggerle perchè la violenza maschile sulle donne non è un problema di ordine pubblico! E’ un fenomeno sociale, nasce dalla relazione tra i sessi e dalla convinzione che la sessualità femminile debba essere controllata, protetta, egemonizzata. In questo processo la donna smette di essere soggetto e diventa oggetto: oggetto sessuale, oggetto economico, oggetto di qualcuno.

          Che il ddl Carfagna e le ordinanze dei comuni di alcune città vengano ritirati perché lesivi della dignità delle donne e perché gettano in un baratro ancor più profondo le vittime della tratta delle donne.

 SIAMO TUTTE INDECOROSAMENTE LIBERE!
AVANZIAMO LIBERE E PRENDIAMOCI TUTTO CIO’ CHE CI SPETTA.
Il collettivo Malefimmine -Palermo   

corteo nazionale contro la violenza maschile sulle donne 22 novembre roma

per info: sommosse_roma@inventati.org

assemblea 5 novembre contro la violenza maschile sullle donne

come tutt* sapete voremmo organizzare un momento di piazza contro la violenza sulle donne  qui a palermo. riteniamo infatti importante sensibilizzare ogni terrritorio sull’argomento soprattutto alla luce dei tagli effettuati allo stato sociale che, tra le tante conseguenze, comporta anche una riduzione netta dei finanziamenti ai centri antiviolenza che in questi anni, seppur tra mille ostacoli, hanno aiutato molte donne ad uscire da famiglie – galere, da famiglie – patibolo.
inoltre le dichiarazioni della ministra carfagna sulla violenza gettano nell’oscurità le analisi condotte in questi anni. Sostenendo che la famiglia è l’unico posto sicuro per le donne, tagliando i fondi e approvando le ordinanze sulla prostituzione sembra non si tenga conto dei dati istat.Vogliono occultare che la stragrande maggioranza delle violenze avviene in famiglia e che penalizzare la prostituzione significa gettare in un baratro ancora più profondo delle donne che spesso, tra le altre cose, svolgono quest’attività perchè costrette dalla tratta delle donne, fenomeno che può soltanto essere agevolato da queste misure "securitarie" adottate dal governo.
in questi giorni siamo state nelle scuole, nelle facoltà e nelle strade a protestare contro un sistema politico – economico – istituzionale malato che non ci consente di vivere. ovunque hanno avuto luogo dibattiti e seminari, abbiamo analizzato il presente, ma soprattutto abbiamo cercato con la pratica dell’autogestione e dell’autorganizzazione di proporre alternative concrete di vita in comunità.
in questi momenti anche dibattiti sulla violenza di genere e sul rapporto tra i sessi hanno avuto luogo, ritenendo imprescindibile un cambiamento radicale del sistema politico economico da una discussione  sulla relazione tra le persone che compongono la società: uomini, donne, lesbiche e omosessuli, transessuali e transgender. 
per queste ragioni vi invitiamo a partecipare numeros* all’assemblea che si terrà mercoledì 5 novembre alle 16.30 presso la facoltà di scienze politiche di palermo ( colleggio S. Rocco via maqueda 324 ).
organizziamo,insieme il corteo notturno del 28 novembre!
CAMMINARE DI NOTTE PER NON FARSI CALPESTARE DI GIORNO, uno slogan che con poche parole evidenzia come la violenza maschile sulle donne non ha confini geografici, attraversa indiscriminata tutte le classi, è esercitata di notte e di giorno, non è un problema di ordine pubblico.
avanziamo libere e prendiamoci ciò che ci spetta!
N.B.:fate girare questa mail a tutt* i vostri contatti
N.B.: a seguire la piattaforma del corteo nazionale contro la violenza maschile sulle donne che si terrà a Roma il 22 novembre.    


MANIFESTAZIONE NAZIONALE
CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE
Corteo di donne autorganizzato
ROMA, 22 NOVEMBRE 2008 – P.zza della Repubblica, ore 14.00

INDECOROSE E LIBERE!
La violenza maschile è la prima causa di morte e di invalidità permanente
delle donne in Italia come nel resto del mondo. La violenza fa parte delle
nostre vite quotidiane e si esprime attraverso la negazione dei nostri
diritti, la violazione dei nostri corpi, il silenzio.
Un anno fa siamo scese in piazza in 150.000 per dire NO alla VIOLENZA
MASCHILE e ai tentativi di strumentalizzare la violenza sulle donne, da
parte di governi e partiti, per legittimare politiche securitarie e
repressive e torneremo in piazza anche quest’anno perché i governi
cambiano ma le politiche restano uguali e, al giorno d’oggi, peggiorano.
In un anno gli attacchi alla nostra  libertà e autodeterminazione sono
aumentati esponenzialmente, mettendo in luce la deriva autoritaria,
sessista, e razzista del nostro paese.
Ricordiamo il blitz della polizia al policlinico di Napoli per il presunto
aborto illegale, le aggressioni contro lesbiche, omosessuali e trans,
contro immigrate/i e cittadine/i di seconda generazione. Violenza
legittimata e incoraggiata da governi e sindaci-sceriffi che vogliono
imporre modelli di comportamento normalizzati in nome del "decoro" e
della "dignità" impedendoci di scegliere liberamente come condurre le
nostre vite.
La violenza maschile ha molte facce, e una di queste è quella
istituzionale: vorrebbero risolvere la crisi economica e culturale che
stiamo vivendo smantellando lo stato sociale.
Per salvare le banche, rifinanziare le missioni militari all’estero e
militarizzare le nostre città tagliano i fondi ai centri antiviolenza, ai
consultori e a tutti i servizi che garantiscono alle donne libertà, salute
e indipendenza,
Con la legge 133 tagliano i fondi alla scuola e all’università pubblica
per consegnare l’istruzione nelle mani dei privati  determinando la fine
del diritto ad una istruzione gratuita e libera per tutte/i.
Con il decreto Gelmini, migliaia di insegnanti, maestre precarie, perdono
il posto di lavoro, e viene meno  un sistema educativo – il tempo pieno –
che sostiene le donne, consentendo loro una maggiore libertà di movimento
e autonomia.
L’obiettivo delle riforme del lavoro, della sanità, della scuola e
dell’università è di renderci sempre più precarie e meno garantite:
mogli e madri "rispettabili" rinchiuse nelle case, economicamente
dipendenti da un uomo, che lavorano gratuitamente per badare ad anziani e
bambini.
Non pagheremo noi la vostra crisi!

SABATO 22 NOVEMBRE
SAREMO DI NUOVO IN PIAZZA

PER RIBADIRE
con la stessa forza, radicalità e autonomia che la VIOLENZA MASCHILE non
ha classe né confini, NASCE IN FAMIGLIA, all’interno delle mura
domestiche, e NON È UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO
E AFFERMARE CHE
al disegno di legge Carfagna, che criminalizza le prostitute e impone
regole di condotta per tutte, che ci vuole dividere in buone e cattive, in
sante e puttane, in vittime e colpevoli, noi rispondiamo che SIAMO TUTTE
INDECOROSAMENTE LIBERE!

al decreto Gelmini che ci confeziona una scuola autoritaria e razzista, noi
rispondiamo che VOGLIAMO TUTTE 5 IN CONDOTTA!

ai pacchetti sicurezza e alle norme xenofobe che ci vogliono distinguere in
cittadine/i con e senza diritti, rispondiamo che SIAMO TUTTE CITTADINE DEL
MONDO E ANDIAMO DOVE CI PARE!

Sommosse – Rete Nazionale di femministe e lesbiche
www.flat.noblogs.org, per adesioni: sommosse_roma@inventati.org