assemblea 16 gennaio No Vat

In prossimità del corteo No Vat del 14 febbraio, abbiamo
deciso di invitarvi tutt* ad un’assemblea cittadina che si terrà
presso la facoltà di scienze politiche ( Via Maqueda 324 ) venerdì 16
gennaio alle ore 16.00.
riteniamo che il Vaticano, in Italia e nel mondo, sia tanto una mega
macchina di potere economico, quanto un decisivo strumento di
conservatorismo sociale.
ricordiamo come nei secoli la chiesa abbia sempre appoggiato le
politiche prima fasciste e naziste, e oggi repressive e vincolanti
della libertà di scelta di ognuno.
anche attraverso l’istituzione ecclesiastica la politica clientelare
si diffonde nella nostra città e soprattutto la chiesa ha fornito
negli ultimi anni continue giustificazioni alle trasformazioni
politiche ed economiche che hanno portato alla precarizzazione del
mondo del lavoro e delle vite.
attraverso le sue omelie cerca di farsi guida spirituale di un ordine
precostituito su base gerarchica da proporsi tanto nelle relazioni
personali, quanto in quelle collettive.
per questo vi invitiamo a fare del 14 febbraio una data collettiva e
di partecipare all’assemblea le cui parole d’ordine sono antifascismo,
laicità, r/esistenza, autodeterminazione.

adeschiamo diriti corteo 13 dicembre 2008 roma

domani a roma avrà luogo il corteo "adeschiamo diritti". a causa dei prezzi esorbitanti del treno il collettivo non parteciperà direttamente al corteo, ma sostiene chi l’ha organizzato e la piattaforma sul quale è stato indetto. pubblichiamo pertanto il volantino di indizione:

Dalla presentazione del Disegno di Legge Carfagna sulla prostituzione e con le ordinanze di tanti Sindaci in Italia si è creato un pericoloso clima di intolleranza verso tutte le persone che si prostituiscono. Insieme al ddl si sono avviate campagne politico-mediatiche per alimentare l’allarme sociale e la paura dei cittadini. Sulle persone socialmente «deboli» (della cui sicurezza non ci si preoccupa), si vuole oggi indirizzare l’insicurezza e la paura della gente facendole diventare il capro espiatorio su cui sfogare le frustrazioni di un Paese che sta impoverendo in tutti i sensi.
La «sicurezza» sta diventando l’abbaglio e il pretesto per escludere e discriminare i più «deboli», i «diversi» e gli «stranieri», nei confronti dei quali sono aumentate aggressioni, violenze, discriminazioni che si fanno passare come normali, endemici e scontati atti di violenza metropolitana, sottacendone l’origine razzista, sessista, omo-transfobica.
Sulla paura e sull’insicurezza si sono costruite campagne che non risolvono ma ingigantiscono i problemi, dei quali si continua a non considerare le cause cercando semplicemente di eliminare gli effetti per mezzo della ricetta più semplice, quella di nascondere.
Esattamente quello che si sta  tentando di fare con la prostituzione: renderla invisibile.


Ma in questo modo non si tutelano i diritti di nessuno. In questo modo si riducono i diritti di tutti:
•    il ddl Carfagna sulla prostituzione non tiene assolutamente in considerazione l’esperienza di tutte quelle persone (trans, donne, uomini) che hanno scelto liberamente di vendere prestazioni sessuali, né risponde ai bisogni delle persone che esercitano la prostituzione per vivere o sopravvivere. Le emargina soltanto, senza neppure offrire una alternativa;
•    inoltre, contrariamente a quanto afferma il Governo, il ddl aggrava la condizione di chi è sfruttato ed è vittima della tratta di esseri umani, fenomeno molto frequente, che riguarda moltissime persone straniere che si prostituiscono in strada, spingendo le persone nel sommerso di appartamenti e locali, rendendole irraggiungibili e completamente sotto il controllo degli sfruttatori;
•    infine, il disegno di legge non renderà i cittadini più sicuri, poiché la sicurezza si costruisce innanzitutto creando condizioni di benessere diffuso, di convivenza pacifica, di rispetto, di pari opportunità, di diritti per tutti e non spingendo al chiuso e nei ghetti fenomeni sociali e persone che fanno parte della nostra società.  

Questo ddl  attacca i principi di libertà garantiti dalla Costituzione, priva  di diritti le persone che esercitano la prostituzione, minaccia seriamente la loro salute e la loro sicurezza, non tutela l’incolumità delle vittime di sfruttamento, non permette di portare avanti i servizi che da anni operano attività di riduzione del danno e di prevenzione sanitaria che da sempre garantiscono il diritto alla salute dell’intera comunità (contatto, informazione, sensibilizzazione ed accompagnamento che svolgono gli operatori sociali direttamente in strada con le persone che si prostituiscono). Questo ddl rischia inoltre di depotenziare il sistema di tutela e assistenza delle vittime di grave sfruttamento e tratta di persone, che pure rappresenta un punto di eccellenza dell’Italia nel panorama internazionale: le vittime non avranno più accesso ai programmi di aiuto poiché non potranno essere più contattate dalle unità di strada, ed anche per le forze dell’ordine il contatto sarà più difficile.
Ci opponiamo al ddl perché crediamo che le persone debbano essere:

•    LIBERE DALLA VIOLENZA
a cui  vuole condannare il ddl Carfagna costringendo le persone ad esercitare la prostituzione al chiuso, dove è più difficile difendersi dalla violenza e dove aumenta la precarietà.
Il ddl non considera il fatto che chi si prostituisce non commette reati contro terzi ma spesso li subisce (violenze, stupri, rapine, sfruttamento, riduzione in schiavitù); non considera inoltre che violenza, sfruttamento, riduzione in schiavitù già sono presenti in una parte della prostituzione al chiuso esercitata negli appartamenti o tramite i locali notturni.
Il ddl inoltre, in evidente violazione degli obblighi costituzionali ed internazionali assunti dallo Stato italiano relativamente alla protezione dei minori,  prevede il rimpatrio forzato delle persone minorenni non italiane che si prostituiscono, costringendole a tornare nei luoghi dai quali sono fuggite. Questo significa molto spesso immettere una seconda volta le vittime nel circuito dello sfruttamento e in una condizione di vulnerabilità ancora maggiore.

•    LIBERE DI POTER ACCEDERE E DI USUFRUIRE DI SERVIZI E OPPORTUNITA’
mentre invece il ddl Carfagna – con il suo estremismo securitario e la sua impostazione esclusivamente repressiva –  toglie ogni prospettiva futura per chiunque voglia abbandonare la prostituzione. Le persone trafficate vedranno ridotte drasticamente le loro possibilità di accedere ai programmi di assistenza e protezione sociale in quanto sempre più irraggiungibili dagli operatori sociali ma anche dalle forze dell’ordine, che verranno viste come nemiche anziché come un punto di riferimento. A chi esercita la prostituzione per mancanza di alternative e a causa della discriminazione (si pensi alle transessuali), non viene offerta alcuna alternativa, nessuna misura di supporto all’inclusione sociale e all’inserimento lavorativo.

•    LIBERE DI SCEGLIERE
mentre il ddl Carfagna non tiene in considerazione il fatto che la prostituzione possa essere una scelta, né garantisce aiuto alle vittime di tratta e sfruttamento, né offre alternative a chi vorrebbe abbandonare l’attività prostitutiva ma ha bisogno di un sostegno.

•    LIBERE DAL PREGIUDIZIO
mentre il ddl, criminalizzando la prostituzione, aumenta lo stigma e il pregiudizio verso chi la pratica, esponendo le persone a violenze, persecuzioni, discriminazioni e maggior emarginazione.  

•    LIBERE DI AGIRE
mentre il ddl, per salvaguardare il «pubblico pudore», impone norme di comportamento a tutte e tutti. In questo modo si limita la libertà, l’autodeterminazione e  si ledono i diritti.

Per tutti questi motivi stiamo promuovendo un evento pubblico a Roma per il 13 dicembre 2008 e ci auguriamo di poter contare sulla più ampia partecipazione.
Un evento che veda insieme le persone che si prostituiscono, gli operatori sociali, la cittadinanza, personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura. Una manifestazione per i Diritti e per la Libertà di Scegliere.

Per aderire all’iniziativa nella qualità di enti sostenitori, siete pregati di scrivere alla seguente mail: adesione13dicembre@gmail.com     
Questo è l’elenco degli enti promotori:

–    ARCI
–    ASGI
–    Associazione Cantieri Sociali
–    Associazione Giraffa
–    Associazione  Libellula
–    Associazione NAGA
–    Associazione  On the Road
–    Associazione radicale Certi Diritti
–    CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza
–    Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute
–    Consorzio di cooperative sociali “GESCO Campania”
–    Coooperativa Sociale Dedalus
–    Coordinamento transessuale “Silvia Rivera”
–    Gruppo Abele
–    La strega da bruciare
–    MIT – Movimento di Identità Transessuale
–    PIAM onlus
–    Provincia di Pisa
–    Rivista Carta –    Sexyshock

–    Ufficio Pastorale Migranti Piemonte

Contro la violenza maschile sulle donne

UNITE, INDECOROSE E LIBERE CONTRO LA VILENZA MASCHILE SULLE DONNE 

1 donna su tre nel mondo subisce violenza o ha subito violenza nel corso della sua vita!

Significa che almeno una tra le tue 3 più care amiche ha subito o subisce violenza!

Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate. Il sommerso è elevatissimo e raggiunge circa il 96% delle violenze da un non partner e il 93% di quelle da partner. Anche nel casodegli stupri la quasi totalità non è denunciata (91,6%). È consistente la quota di donne che non parlacon nessuno delle violenze subite (33,9% per quelle subite dal partner e 24% per quelle da nonpartner).

Dunque la violenza maschile sulle donne è un fenomeno noto. Dai dati istat 2006 ( una parte dei quali sono sopra riportati ) si evince che ognuno di noi  conosce o sa di qualcuno che esercita violenza e/o di qualcuna  su cui è stata esercitata. 

Nonostante la frequenza e l’evidenza di questa cruda realtà  i governi che si succedono, i provvedimenti che vengono adottati e gli articoli dei giornali che riportano questi avvenimenti, troppo spesso utilizzano questo quotidiano fenomeno in modo strumentale.Il pacchetto sicurezza è stato pubblicizzato come metodo per porre limite agli stupri e ai femminicidi, ma altro non è che una legge razziale vera e propria. Soprattutto tenendo conto del fatto che il 70% delle violenze avviene tra le mura domestiche. L’attuale ministra delle pari opportunità rilascia interviste sostenendo che le famiglie sono l’unico luogo sicuro per le donne e che la violenza può essere combattuta soltanto sostenendo la formazione della  famiglia canonica, di fatto eludendo che  la stragrande maggioranza delle violenze sessuali, fisiche, economiche e psicologiche vengono esercitate dal partner, dal padre, dal fratello, dallo zio… 

In Italia cioè succede che esponenti politici e governi continuano a trattare la violenza maschile sulle donne come un problema di ordine pubblico che può essere risolto solo attraverso una maggiore presenza di forze dell’ordine per le strade, un maggiore controllo sulle vite di tutt* noi, attraverso la promozione di un modello  famiglia antico e stereotipato che non soltanto non esiste più , ma che si è anche dimostrato il più violento sistema di controllo delle volontà e dei desideri delle donne.

 Negli ultimi  giorni in tutte le città sono nati movimenti di protesta contro le riforme dell’istruzione proposte dal governo. Movimenti dal basso e spontanei nati contro un’idea  di Stato che utilizza  i soldi di tutt* per finanziare guerre, per salvaguardare  politici corrotti e politiche criminali, per  salvare un sistema in crisi. Assistiamo a continui tagli allo stato sociale per perpetuare un sistema economico di disuguaglianze e subordinazione. Un sistema, quello liberista, la cui crisi non abbiamo di certo creato noi e che di certo è geneticamente portato al crack perché istituito su accaparramento delle risorse, su sprechi e sulla non redistribuzione delle risorse. Il governo a tutto questo risponde con  tagli all’istruzione e alla sanità, per ciò che concerne l’aspetto economico, e ancor peggio propone una ristrutturazione in senso conservativo e totalitario della società

.La legge 133 e 137, il ddl Carfagna sono due facce della stessa medaglia.Rappresentano un disegno politico chiaro e deciso.Il governo propone un rewind: la scuola deve solo insegnar a far di conto ed educare secondo precetti vaticani, non deve essere laica né rispettare le culture di tutt*. E’ una scuola razzista e autoritaria. Vengono stabiliti comportamenti e atteggiamenti che “devono” essere disciplinati e racchiusi in un ordine stabilito dall’alto, al fine di assopire le coscienze e disarmare la capacità critica. In una parola si definisce la  CONDOTTA che i/le cittadin* devono osservare. Le donne delle riforme Gelmini vengono lese in quanto lavoratrici (considerato l’alto numero di donne che lavorano nel campo dell’istruzione ), in quanto lavoratrici-madri data la diminuzione dell’orario scolastico

Il richiamo al DECORO PUBBLICO è un modo implicito di legiferare sui comportamenti che le donne DEVONO tenere, è un modo di definire i ruoli che le donne DEVONO ricoprire, un modo di ORDINARE le donne in un contesto svuotato da libertà di scelta, volontà e desideri. Carfagna e Gelmini tentano di ancorare le donne al solo compito di madre e moglie. Le costringono dentro casa, tra le mura silenziose e omertose di violenze nascoste e sogni repressi.

Decoro e condotta.

 Gelmini e Carfagna.

Controllo dei corpi e controllo delle coscienze.In una parola fascismo. 

Abbiamo lottato e continuiamo a lottare contro la stigmatizzazione di ruoli che non sentiamo nostri, perché la nostra differenza di genere sia riconosciuta dalla società tutta non come un modo comodo per proteggerci, imbavagliarci, considerarci soggetti deboli, ma come base di libertà di scelta, libertà sessuale, libertà di vivere secondo i nostri bisogni  e decisioni. 

Ribadiamo:

          ai giornalisti che con le loro parole spesso si rendono complici della violenza maschile sulle donne: non si uccide per troppo amore! Non si insegue per gelosia! Non si stupra per raptus di follia! Nessun abbigliamento, atteggiamento o condizione femminile è provocante né giustifica una violenza o una molestia!

          Che la violenza non conosce confini né è influenzata dall’appartenenza ad una particolare classe sociale o religione.  

Pretendiamo :

           che il comune continui a destinare fondi ai centri antiviolenza come le Onde onlus, strutture che oggi versano in gravi problemi finanziari a  causa dei tagli allo stato sociale.

     che la regione eroghi fondi per i consultori, uniche strutture sanitarie costruite grazie alle lotte delle donne  e per le donne.

          Che date le molteplici forme di violenza a cui le donne sono soggette si cominci nelle scuole, nelle università, nelle strade una discussione su di esse per imparare a riconoscerle in ogni gesto quotidiano e incosciente, dunque  per riuscire a sconfiggerle perchè la violenza maschile sulle donne non è un problema di ordine pubblico! E’ un fenomeno sociale, nasce dalla relazione tra i sessi e dalla convinzione che la sessualità femminile debba essere controllata, protetta, egemonizzata. In questo processo la donna smette di essere soggetto e diventa oggetto: oggetto sessuale, oggetto economico, oggetto di qualcuno.

          Che il ddl Carfagna e le ordinanze dei comuni di alcune città vengano ritirati perché lesivi della dignità delle donne e perché gettano in un baratro ancor più profondo le vittime della tratta delle donne.

 SIAMO TUTTE INDECOROSAMENTE LIBERE!
AVANZIAMO LIBERE E PRENDIAMOCI TUTTO CIO’ CHE CI SPETTA.
Il collettivo Malefimmine -Palermo   

corteo nazionale contro la violenza maschile sulle donne 22 novembre roma

per info: sommosse_roma@inventati.org

assemblea 5 novembre contro la violenza maschile sullle donne

come tutt* sapete voremmo organizzare un momento di piazza contro la violenza sulle donne  qui a palermo. riteniamo infatti importante sensibilizzare ogni terrritorio sull’argomento soprattutto alla luce dei tagli effettuati allo stato sociale che, tra le tante conseguenze, comporta anche una riduzione netta dei finanziamenti ai centri antiviolenza che in questi anni, seppur tra mille ostacoli, hanno aiutato molte donne ad uscire da famiglie – galere, da famiglie – patibolo.
inoltre le dichiarazioni della ministra carfagna sulla violenza gettano nell’oscurità le analisi condotte in questi anni. Sostenendo che la famiglia è l’unico posto sicuro per le donne, tagliando i fondi e approvando le ordinanze sulla prostituzione sembra non si tenga conto dei dati istat.Vogliono occultare che la stragrande maggioranza delle violenze avviene in famiglia e che penalizzare la prostituzione significa gettare in un baratro ancora più profondo delle donne che spesso, tra le altre cose, svolgono quest’attività perchè costrette dalla tratta delle donne, fenomeno che può soltanto essere agevolato da queste misure "securitarie" adottate dal governo.
in questi giorni siamo state nelle scuole, nelle facoltà e nelle strade a protestare contro un sistema politico – economico – istituzionale malato che non ci consente di vivere. ovunque hanno avuto luogo dibattiti e seminari, abbiamo analizzato il presente, ma soprattutto abbiamo cercato con la pratica dell’autogestione e dell’autorganizzazione di proporre alternative concrete di vita in comunità.
in questi momenti anche dibattiti sulla violenza di genere e sul rapporto tra i sessi hanno avuto luogo, ritenendo imprescindibile un cambiamento radicale del sistema politico economico da una discussione  sulla relazione tra le persone che compongono la società: uomini, donne, lesbiche e omosessuli, transessuali e transgender. 
per queste ragioni vi invitiamo a partecipare numeros* all’assemblea che si terrà mercoledì 5 novembre alle 16.30 presso la facoltà di scienze politiche di palermo ( colleggio S. Rocco via maqueda 324 ).
organizziamo,insieme il corteo notturno del 28 novembre!
CAMMINARE DI NOTTE PER NON FARSI CALPESTARE DI GIORNO, uno slogan che con poche parole evidenzia come la violenza maschile sulle donne non ha confini geografici, attraversa indiscriminata tutte le classi, è esercitata di notte e di giorno, non è un problema di ordine pubblico.
avanziamo libere e prendiamoci ciò che ci spetta!
N.B.:fate girare questa mail a tutt* i vostri contatti
N.B.: a seguire la piattaforma del corteo nazionale contro la violenza maschile sulle donne che si terrà a Roma il 22 novembre.    


MANIFESTAZIONE NAZIONALE
CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE
Corteo di donne autorganizzato
ROMA, 22 NOVEMBRE 2008 – P.zza della Repubblica, ore 14.00

INDECOROSE E LIBERE!
La violenza maschile è la prima causa di morte e di invalidità permanente
delle donne in Italia come nel resto del mondo. La violenza fa parte delle
nostre vite quotidiane e si esprime attraverso la negazione dei nostri
diritti, la violazione dei nostri corpi, il silenzio.
Un anno fa siamo scese in piazza in 150.000 per dire NO alla VIOLENZA
MASCHILE e ai tentativi di strumentalizzare la violenza sulle donne, da
parte di governi e partiti, per legittimare politiche securitarie e
repressive e torneremo in piazza anche quest’anno perché i governi
cambiano ma le politiche restano uguali e, al giorno d’oggi, peggiorano.
In un anno gli attacchi alla nostra  libertà e autodeterminazione sono
aumentati esponenzialmente, mettendo in luce la deriva autoritaria,
sessista, e razzista del nostro paese.
Ricordiamo il blitz della polizia al policlinico di Napoli per il presunto
aborto illegale, le aggressioni contro lesbiche, omosessuali e trans,
contro immigrate/i e cittadine/i di seconda generazione. Violenza
legittimata e incoraggiata da governi e sindaci-sceriffi che vogliono
imporre modelli di comportamento normalizzati in nome del "decoro" e
della "dignità" impedendoci di scegliere liberamente come condurre le
nostre vite.
La violenza maschile ha molte facce, e una di queste è quella
istituzionale: vorrebbero risolvere la crisi economica e culturale che
stiamo vivendo smantellando lo stato sociale.
Per salvare le banche, rifinanziare le missioni militari all’estero e
militarizzare le nostre città tagliano i fondi ai centri antiviolenza, ai
consultori e a tutti i servizi che garantiscono alle donne libertà, salute
e indipendenza,
Con la legge 133 tagliano i fondi alla scuola e all’università pubblica
per consegnare l’istruzione nelle mani dei privati  determinando la fine
del diritto ad una istruzione gratuita e libera per tutte/i.
Con il decreto Gelmini, migliaia di insegnanti, maestre precarie, perdono
il posto di lavoro, e viene meno  un sistema educativo – il tempo pieno –
che sostiene le donne, consentendo loro una maggiore libertà di movimento
e autonomia.
L’obiettivo delle riforme del lavoro, della sanità, della scuola e
dell’università è di renderci sempre più precarie e meno garantite:
mogli e madri "rispettabili" rinchiuse nelle case, economicamente
dipendenti da un uomo, che lavorano gratuitamente per badare ad anziani e
bambini.
Non pagheremo noi la vostra crisi!

SABATO 22 NOVEMBRE
SAREMO DI NUOVO IN PIAZZA

PER RIBADIRE
con la stessa forza, radicalità e autonomia che la VIOLENZA MASCHILE non
ha classe né confini, NASCE IN FAMIGLIA, all’interno delle mura
domestiche, e NON È UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO
E AFFERMARE CHE
al disegno di legge Carfagna, che criminalizza le prostitute e impone
regole di condotta per tutte, che ci vuole dividere in buone e cattive, in
sante e puttane, in vittime e colpevoli, noi rispondiamo che SIAMO TUTTE
INDECOROSAMENTE LIBERE!

al decreto Gelmini che ci confeziona una scuola autoritaria e razzista, noi
rispondiamo che VOGLIAMO TUTTE 5 IN CONDOTTA!

ai pacchetti sicurezza e alle norme xenofobe che ci vogliono distinguere in
cittadine/i con e senza diritti, rispondiamo che SIAMO TUTTE CITTADINE DEL
MONDO E ANDIAMO DOVE CI PARE!

Sommosse – Rete Nazionale di femministe e lesbiche
www.flat.noblogs.org, per adesioni: sommosse_roma@inventati.org

CORTEO 26 OTTOBRE

oggi pomeriggio  ore 16.00 da piazza politeama partirà il corteo contro i disegni di questo governo sulla scuola e più in generale sull’istruzione.

oggi non siamo in piazza contro solo il precariato,siamo in piazza per riprenderci i nostri spazi vitali.

la legge 133, la 137, il ddl carfagna sono due facce della stessa medaglia. Rappresentano un disegno politico chiaro  e deciso.

Vogliono fare un rewind, la scuola deve solo insegnare a far di conto e insegnare secondo i precetti vaticani. Utile a questa ristrutturzione della società è stabilire i comportamenti e gli atteggiamenti che devono essere assolutamente disciplinati e racchiusi in un ordine stabilito dall’alto, utile ad assopire le coscienze, a disarmare la capacità critica. LA CONDOTTA.

Il Decoro! il decoro pubblico cioè un modo implicito di legiferare sulle donne, di definire ruoli, di ORDINARE le donne all’interno di un contesto svuotato da libertà, volontà e desideri: un modo come un altro per dire: donne! gonne lunghe e dentro casa! Casa come dire unico luogo sicuro???? i dati istat palesemente indicano che è la famiglia il luogo in cui avvengono più femminicidi, maggiori violenze, la quotidinaità delle torture psicologiche.

DECORO E CONDOTTA,Gelmini e Carfagna, CONTROLLO DEI CORPI CONTROLLO DELE COSCIENZE.

IN UNA PAROLA FASCISMO.    

OGGI TUTT* IN PIAZZA CONTRO QUESTA BRUTALE RICONFIGURAZIONE DELLA SOCIETA’;

OGGI TUTT* IN PIAZZA AUTORGANIZZATI CONTRO IL FASCISMO, IL RAZZISMO, LA GUERRA;

OGGI TUTT* IN PIAZZA PER IL DIRITTO ALLA CASA, AD UN LAVORO E UN SALARIO DIGNITOSO;

OGGI TUTT* IN PIAZZA PER LA LIBERTA’ DI SCELTA;

OGGI TUTT* IN PIAZZA PER LA LIBERTA’ DELLE DONNE;

OGGI TUTT* IN PIAZZA PER VIVERE!

Domani 14 Ottobre alle 20 presso l’ASK191 Cena sociale e proiezione di “Un’ora sola ti vorrei”

Domani sera dalle ore 20:00 all’ASK191, in Viale Strasburgo 191, Palermo, Cena sociale e proiezione del film di Alina Marazzi "UN’ORA SOLA TI VORREI", in vista del 25 Novembre, Giornata nazionale contro la violenza maschile sulle donne. Inoltre il 15 Ottobre alle ore 17 presso la facoltà di Scienze Politiche ci sarà un’assemblea organizzativa per le iniziative del 25 Novembre.

Image Hosted by ImageShack.us

aggressione fascista università la sapienza

NON E’ STATA UNA RISSA: E’ STATA UN’AGGRESSIONE FASCISTA!

Ieri, all’ora di pranzo, davanti a tantissimi/e studenti e studentesse che uscivano dalla città universitaria si è consumata l’ennesima grave aggressione squadrista.
Organizzata e premedita da Forza Nuova tramite i suoi sgherri e uno dei capetti più noti a Roma e dintorni, responsabile della sezione di Piazza Vescovio.
Stavolta però, nonostante i tirapugni, le spranghe e i cacciavite usati hanno trovato la ferma risposta dei compagni e delle compagne aggredite che stavano ripulendo i muri de “La Sapienza” dai provocatori manifesti affissi dagli stessi topi di fogna il giorno prima.
Il loro capo-partito, l’euro-ripulito Roberto Fiore, ben assistito dagli organi di informazione e dalla polizia tenta di confondere le acque affermando che i “suoi” militanti sarebbero delle “vittime” dell’episodio.
Ma la verità la consociamo bene. E la conosce tutta Roma, città nella quale solo negli ultimi giorni si sono susseguite aggressioni da parte di ronde cittadine ai trans, devastazioni e botte sui migranti del Pigneto e pesanti intimidazioni omofobiche ad un conduttore radio gay ad opera di gruppi di neofascisti organizzati.
Forza Nuova e Fiamma Tricolore, insieme ad un nugolo di sigle neofasciste, vengono “coccolate” e aiutate finanziariamente da anni dai rispettivi referenti politici e ben tollerate dall’ultima amministrazione veltroniana, fatta di notti bianche e cuori neri.
Vogliamo esprimere la nostra solidarietà di studenti e studentesse, di compagni e di compagne a chi ieri ha subito questo nuovo atto di violenza premeditata e a chi si troverà ad essere perseguito dalla giustizia in un’aula di tribunale per essersi difeso e aver contrastato efficacemente l’azione squadrista che avrebbe potuto avere altrimenti conseguenze ben più gravi.
Chi teorizza e pratica la discriminazione razziale, territoriale, sessuale e del “diverso” in genere non deve trovare spazio nella nostra società, si tratti di aule studio, strade, piazze o luoghi di lavoro.
Riciclando ancora una volta il revisionismo sulle foibe, pronto per l’uso in ogni occasione, Forza Nuova ha trovato ancora una volta la pubblicità che cercava dopo mesi di “lavoro sporco” nei confronti di immigrati e campi nomadi. L’aggressione di ieri è lampante ed è avvenuta alla luce del sole: se ne sono accorti anche quelli che non hanno mai voluto vedere quale clima di tensione è stato creato ad arte, alimentato sia a livello istituzionale che “culturale” sul tema della sicurezza.
Puntualmente, la manovalanza fascista sposta poi in strada quella che per loro è una vera e propria legittimazione a colpire chi lotta per un’idea di società libera da ogni sorta di discriminazione e di ingiustizie sociali. Stavolta però, hanno calcolato male la loro ardita impresa squadrista.
Siamo vicini ai nostri compagni e compagne de la Sapienza che hanno dato un segnale importante e messo un argine a questa dilagante ondata di violenze neofasciste.
Nelle nostre facoltà ci attiveremo da subito con le iniziative che riterremo più opportune.

Non un passo indietro!

28 maggio 2008

Collettivo “Lavori in Corso” – Roma – Tor Vergata
Collettivo Orientale – Napoli
Nucleo Studentesco Metropolitano – Napoli
Collettivo Politico di Scienze Politiche – Firenze
Collettivo Fuorilogo di Economia – Firenze
Collettivo 20 Luglio – Palermo
Aula Carlo Giuliani – Palermo
Collettivo Malefimmine – Palermo

persepolis

giovedì 12 giugno alle 20 presso il centro sociale ask 191 ( viale strasburgo 191 ) avrà luogo la proiezione di “Persepolis”, anticipata da una cena sociale.
i contributi raccolti finanzieranno il viaggio a bologna, luogo in cui si svlgerà il FLAT 2.
per informazioni: www.flat.noblogs.org.
hasta siempre

la resistenza delle donne

La Resistenza delle donne

Il 25 aprile non è una ricorrenza né un giorno di memoria, ma uno di lotta contro le logiche del dominio, della sopraffazione, della supremazia del più forte sul più debole, del controllo. Il fascismo non è morto a piazzale Loreto, è concreto e si manifesta nella violenza dell’esercizio del potere.
A 63 anni da quei giorni, ahinoi, ci troviamo in balia di fascisti di palazzo, galoppini spietati e razzisti dichiarati che ogni giorno scelgono e prendono decisioni che, in primissima istanza, riguarderanno la nostra vita quotidiana.
Rivendichiamo il diritto al reddito garantito, a un lavoro dignitoso, ad una casa; pretendiamo di vivere senza angosce, di urlare le nostre esigenze, i nostri bisogni, i nostri pensieri, senza essere censurati, denunciati e processati.
Noi dobbiamo e possiamo sognare e reclamare un mondo migliore. La volontà di lottare per questo è ciò che ci guida, e se questa è sovversione siamo tutt@ sovversivi: credere di poter cambiare lo status quo è il primo passo verso la liberazione!

Nella società odierna le donne vivono sotto un doppio strato di censure, proibizionismo e controllo.
La liberazione della donna non riguarda esclusivamente la liberazione dai propri bisogni, ma anche un affrancamento da secoli di imposizioni culturali e sociali che ne hanno fatto uno strumento riproduttivo e/o un oggetto sessuale.
La famiglia è l’arma fondamentale di lesione dei nostri diritti e del nostro immaginario, non di rado una tortura, spesso strumento di morte.
Nei luoghi di lavoro ricopriamo esclusivamente incarichi base, e tendenzialmente i salari femminili sono inferiori a quelli maschili. Per non parlare poi di una segregazione professionale di genere che ancora oggi esiste.
Il lavoro precario, privo di diritti, è la massima forma di sfruttamento della classe lavoratrice, e non è una coincidenza che le impiegate per eccellenza dei call center siano proprio le donne!!!
Tanto più un lavoro è precario, instabile e tendenzialmente senza vincoli di orario, tanto più saranno le donne a esercitarlo, e questo perché la società odierna è strutturata perché siamo proprio noi a provvedere a tutti i compiti di cura, sollecitudine e riguardo della famiglia. Il welfare state italiano non ha mai previsto investimenti significativi in asili nido, scuole per l’infanzia o luoghi di sostegno per gli anziani. E’ sempre stata la donna a svolgere il doppio lavoro: uno domestico non retribuito e l’altro esterno alle mura domestiche mal retribuito.

Il 25 aprile ripartiamo da noi stesse, dai nostri piaceri e desideri, lottiamo per liberarci da tutti gli stereotipi che Chiese, religioni e Stati ci hanno imposto.

LIBERAZIONE dalla famiglia canonica, patriarcale ed eterosessuale;
LIBERAZIONE dalla maternità come vincolo e obiettivo;
LIBERAZIONE dal sistema economico-politico maschile.Partecipiamo direttamente alla vita politica, imponiamo le nostre volontà e i nostri bisogni a chi pensa di poter decidere per e su di noi.

RIAPPROPRIAMOCI di noi stesse, dei nostri corpi, delle nostre esigenze e dei nostri desideri.
Questa è la base della nostra RESISTENZA
Questo è nel 2008 il cammino verso la LIBERAZIONE.
VIVERE LIBERAMENTE NOI STESSE, LA NOSTRA AUTODETERMINAZIONE.

COLLETTIVO MALEFIMMINE
malefimmine@gmail.com – www.myspace.com/malefimmine – www.malefimmine.noblogs.org

25 aprile 2008 la resistenza delle donne

Free Image Hosting at www.ImageShack.us

QuickPost Quickpost this image to Myspace, Digg, Facebook, and others!” mce_src=”<a href="http://img84.imageshack.us/my.php?image=femminismo2gk7.jpg" target="_blank

La Resistenza delle donne

Il 25 aprile non è una ricorrenza né un giorno di memoria, ma uno di lotta contro le logiche del dominio, della sopraffazione, della supremazia del più forte sul più debole, del controllo. Il fascismo non è morto a piazzale Loreto, è concreto e si manifesta nella violenza dell’esercizio del potere.
A 63 anni da quei giorni, ahinoi, ci troviamo in balia di fascisti di palazzo, galoppini spietati e razzisti dichiarati che ogni giorno scelgono e prendono decisioni che, in primissima istanza, riguarderanno la nostra vita quotidiana.
Rivendichiamo il diritto al reddito garantito, a un lavoro dignitoso, ad una casa; pretendiamo di vivere senza angosce, di urlare le nostre esigenze, i nostri bisogni, i nostri pensieri, senza essere censurati, denunciati e processati.
Noi dobbiamo e possiamo sognare e reclamare un mondo migliore. La volontà di lottare per questo è ciò che ci guida, e se questa è sovversione siamo tutt@ sovversivi: credere di poter cambiare lo status quo è il primo passo verso la liberazione!

Nella società odierna le donne vivono sotto un doppio strato di censure, proibizionismo e controllo.
La liberazione della donna non riguarda esclusivamente la liberazione dai propri bisogni, ma anche un affrancamento da secoli di imposizioni culturali e sociali che ne hanno fatto uno strumento riproduttivo e/o un oggetto sessuale.
La famiglia è l’arma fondamentale di lesione dei nostri diritti e del nostro immaginario, non di rado una tortura, spesso strumento di morte.
Nei luoghi di lavoro ricopriamo esclusivamente incarichi base, e tendenzialmente i salari femminili sono inferiori a quelli maschili. Per non parlare poi di una segregazione professionale di genere che ancora oggi esiste.
Il lavoro precario, privo di diritti, è la massima forma di sfruttamento della classe lavoratrice, e non è una coincidenza che le impiegate per eccellenza dei call center siano proprio le donne!!!
Tanto più un lavoro è precario, instabile e tendenzialmente senza vincoli di orario, tanto più saranno le donne a esercitarlo, e questo perché la società odierna è strutturata perché siamo proprio noi a provvedere a tutti i compiti di cura, sollecitudine e riguardo della famiglia. Il welfare state italiano non ha mai previsto investimenti significativi in asili nido, scuole per l’infanzia o luoghi di sostegno per gli anziani. E’ sempre stata la donna a svolgere il doppio lavoro: uno domestico non retribuito e l’altro esterno alle mura domestiche mal retribuito.

Il 25 aprile ripartiamo da noi stesse, dai nostri piaceri e desideri, lottiamo per liberarci da tutti gli stereotipi che Chiese, religioni e Stati ci hanno imposto.

LIBERAZIONE dalla famiglia canonica, patriarcale ed eterosessuale;
LIBERAZIONE dalla maternità come vincolo e obiettivo;
LIBERAZIONE dal sistema economico-politico maschile.Partecipiamo direttamente alla vita politica, imponiamo le nostre volontà e i nostri bisogni a chi pensa di poter decidere per e su di noi.

RIAPPROPRIAMOCI di noi stesse, dei nostri corpi, delle nostre esigenze e dei nostri desideri.
Questa è la base della nostra RESISTENZA
Questo è nel 2008 il cammino verso la LIBERAZIONE.
VIVERE LIBERAMENTE NOI STESSE, LA NOSTRA AUTODETERMINAZIONE.

COLLETTIVO MALEFIMMINE
malefimmine@gmail.com – www.myspace.com/malefimmine – www.malefimmine.noblogs.org